martedì 21 maggio 2013

Salone del Libro 2013: La Voglia Di Esserci

In un Salone così affollato che ha visto ai suoi piedi centinaia di migliaia di persone che hanno addirittura sfidato le intemperie del tempo (a Torino è piovuto quasi sempre) pur di essere partecipi alla grande “festa del libro”, c'è da chiedersi quanto il nostro Paese sia davvero così lontano dalla cultura. In uno Stato dove la percentuale di libri letti in un anno si aggira intorno all'1 per individuo, contando perfino i neonati, si resta attoniti di fronte ad una così ampia affluenza, mai così cospiqua dal 2008. I dati sono significativi: + 12% di biglietti venduti, + 20% di scontrini fatti dalle case editrici per la vendita dei loro volumi: e non stiamo parlando solo di grandi nomi, di Feltrinelli o Mondadori. Anche i fanalini di coda, le case editrici esordienti hanno avuto un surplus. Non sarà che l'uomo, quando perde la fiducia nel Suo Paese, si rifugia nella cultura? O sarà forse che, data la larga presenza di personaggi politici, i cittadini abbiano voluto sentire con le proprie orecchie le risposte di questo Paese, date dai politici solo attraverso i mezzi mediatici. Ad avvalorare questa ipotesi c'è la gente che ieri, intorno alle 12 di pomeriggio ha fatto a spintoni e manate per accaparrarsi una poltrona nell'Auditorium, alla Conferenza di Renzi. Per non parlare della fila invalicabile dinanzi alla Sala Gialla, dove Veltroni gli fa i complimenti al sindaco di Firenze eleggendolo a “migliore candidato premier possibile”. E davanti ad ogni sala è la stessa solfa: la fila di curiosi è fitta, serrata come quella di una squadriglia, quasi che scavalcarla per prendere un panino nel bar a fiano è praticamente impossibile. Persino di fronte ad un Savino che presenta un libro per bambini c'è una ressa che neppure la mamma più incallita può sostenere. Forse, in questa Fiera del Libro, a farla da protagonista, è stata la voglia di esserci, di essere presenti materialmente con occhi ed orecchie vigili, testimoni di fronte ad un Paese che, per la verità, non c'è per niente.

lunedì 20 maggio 2013



Centinaia di visitatori ieri, al Salone del Libro di Torino, per la presentazione dell’ultimo libro di Matteo Renzi, “Oltre la rottamazione” edito da Mondadori.

matteo renzi rottamazione

Matteo Renzi, ora sindaco di Firenze, viene intervistato da Calabresi, direttore del quotidiano “La Stampa”, sui vari temi che compongono il suo scritto, incentrato sulla “rottamazione” di un sistema politico che, negli ultimi anni ha dimostrato di far acqua da tutte le parti. In particolare, Calabresi fa riferimento alla “gentilezza” come metodo, per far politica: “La gentilezza è un’espressione straordinaria della politica ed è l’antidoto alla volgarità” afferma Renzi “La gentilezza deve essere usata per relazionarsi con i cittadini. Mi è venuta in riferimento ai – vaffa – di Beppe Grillo“.
In un Auditorium schiaffeggiato dai flash e dalla bramosia dei giornalisti, Renzi non si risparmia e spara dritto su Grillo e sul Movimento Cinque Stelle, accusando il leader di essere “un animale televisivo, di aver attirato i media con un’intelligenza” inaudita, proprio evitando le televisioni. “Ed è ridicolo” continua Renzi “Che chi abbia votato il Movimento Cinque Stelle si trovi oggi con 150 parlamentari il cui unico scopo è discutere sullo scontrino“.


Parla poi della campagna, non fatta, di Pier Luigi Bersani come reale motivo per cui il Pd non ha vinto le elezioni, contrapponendo il modo di comunicare del Partito Democratico, rispetto a quello del Movimento 5 Stelle, che è riuscito a riunire in piazza centinaia di migliaia di elettori: “Pensate all’ultimo giorno di campagna elettorale. Grillo in Piazza San Giovanni e noi chiusi in un teatro con Nanni Moretti“.
Parole forti, ma soprattutto vere, quelle di Matteo Renzi, il quale spiega, infine, il pensiero cardine della sua “Rottamazione” dove al politico non deve importare che l’elettore sia di destra o di sinistra, quanto piuttosto che le sue idee servano davvero per la vita dei suoi cittadini.
Al termine del suo dibattito, Renzi viene investito da una folla di giornalisti assestati di scoop, alla ricerca di una risposta politica non data durante l’intervista di Calabresi. Ma Matteo non parla, si limita a firmare autografi agli innumerevoli fan presentatisi con il suo libro “Oltre la rottamazione”.

martedì 14 maggio 2013

Giovedì 16 maggio 2013 parte la .. edizione del Salone del Libro di Torino, un evento culturale, sociale e letterario al quale partecipano centinaia di case editrici e personaggi illustri da tutto il mondo. Quest'anno, la manifestazione, è dedicata al tema della creatività, espressa in tutte le forme. Ed è proprio la creatività che spinge l'uomo a rivoluzionare il proprio essere ed il proprio processo evolutivo e professionale. Molteplici studi affermano che la creatività nasce nell'inconscio, quando questo, improvvisamente, cattura dall'esterno l'informazione. Il processo è istantaneo: può trattarsi di un immagine, un profumo, un rumore. In ogni caso è una percezione che solletica i nostri sensi a dare origine alla creatività, prima sottoforma di esplosiva illuminazione, successivamente nella concretizzazione dell'idea, con l'aiuto della conoscenza appresa precedentemente. La creatività, filo conduttore del Salone del Libro 2013, sarà analizzata da personaggi illustri come Paolo Giordano, Massimo Gramellini e Matteo Renzi, i quali partiranno proprio da essa per alimentare i loro dibattiti. In particolare Matteo Renzi illustrerà come, attraverso la creatività, sia riuscito a ricreare un vero e proprio manifesto politico, nel quale espone punto per punto il suo progetto governativo. “Oltre la rottamazione” edito da Mondadori arriverà in libreria soltanto a fine maggio e contiene una serie di soluzioni per la migliore governabilità del nostro Paese. Attesissimo Massimo Gramellini, vicedirettore de “La Stampa” che, con il suo libro “Fai beni sogni” ha scavalcato anche i bestseller più letti. Un Salone del Libro tutto da scoprire, un viaggio culturale nell'Italia e nell'Europa di oggi, che nonostante la crisi, continua ad affacciarsi nel mondo della cultura in modo sempre più consapevole.http://www.youtube.com/watch?v=if7SzpbhXtY

Le vittime della crisi: da suicidi ad attentati di Stati

Per l'italiano medio, l'Italia è una bomba ad orologeria, un ingranaggio pronto ad esplodere da un momento all'altro, una macchina mai imperfetta come oggi, volta al collasso sociale. La crisi che attanaglia il nostro Paese è ovunque, soprattutto nelle strade e nelle piazze. E non stiamo soltando parlando dei mendicanti, dei nuovi clochard, dei barboni che vediamo ogni giorno all'angolo della strada. Stiamo parlando di piazze gremite a tutte le ore del giorno, di uomini e donne che si recano senza problemi di tempo ai comizi pubblici in piazza, alle manifestazioni. Li sentiamo affanciandoci al balcone di casa, in una mattina qualunque. Urlano, si dimenano, sventolano bandiere con emblemi ai quali credono e che, molto presto, li deluderanno nuovamente. Scendo sotto casa e chiedo ad una donna quali motivazioni l'abbiano spinta a partecipare al comizio: “Sono disoccupata” mi dice “Pensi che se avessi un lavoro avrei tempo di partecipare a tutte le manifestazioni di questo partito?”. È sconvolta, ed io rifletto. Sì, perchè, chi un lavoro ce l'ha, se ne resta in ufficio e poco si preoccupa della mancanza di posti di lavoro. Invece, lì, la piazza è gremita. Già gremita di disoccupati. Disoccupati che, nonostante tutto, hanno ancora la forza di protestare. Perchè tanti, sopraffatti dalla crisi, hanno preferito la morte. La frase suona tagliente, ma nei primi otto mesi del 2012, 133 persone hanno scelto la strada del suicidio, ed ogni giorno qualcuno decide di passare a miglior vita, si spera. Esodati, cassaintegrati, disoccupati, imprenditori sul lastrico, giovani e pensionati. Hanno scelto, perchè il suicidio è una scelta. In questo caso, però, è la motivazione che conta. Imprenditori schiacciati della tasse, buste paghe ai minimi storici, licenziamenti a raffica. E quando arrivi a fine mese e non puoi mangiare, lì sì, che fa la differenza. Uomini senza speranza, una speranza vanizzata dallo Stato. Perchè è soltanto quando svanisce la speranza che un individuo può arrivare a tanto. E di speranza, la classe politica, continua a privarci. Un uomo ha anche attentato Palazzo Chigi, sparando ad altezza d'uomo e ferendo due carabinieri: “Il mio obiettivo erano i politici” avrebbe detto in seguito. Ed allora, tutte queste, non sono forse stragi di Stato?http://www.youtube.com/watch?v=kqR3EE8z93U
http://news25.it/milano-aggressione-piccone/